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La città di Cassino è il cuore dell’attività della Banca Popolare del Cassinate. E’ a Cassino, infatti, che la BPC è stata fondata e a Cassino ha iniziato l’attività della prima filiale il 25 giugno 1955.

A Cassino, la Banca è presente anche con una filiale nel rione Colosseo (inaugurata nel 2015).

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Filiale Colosseo – Via Monte Mainarde snc

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CASSINO | La Storia della Città

Il nome Cassino, adottato ufficialmente nel 1863, deriva probabilmente dall'antico “Casinum" di epoca romana. Le prime tracce di un insediamento abitato risalgono a 80.000 anni fa, nella zona dell’attuale stazione ferroviaria.

Situata al confine tra il territorio dei Volsci e quello degli Osci, tra l'VIII-VI secolo a.C., la città era dotata di un’ampia cinta muraria, che venne potenziata tra il VI e il V secolo. Divenne una città sannita fino al 272 a.C. quando venne conquistata dai Romani che la chiamarono Casinum rendendola prima una civitas sine suffragio, poi, municipium, colonia e, infine, praefectura.

In epoca repubblicana ospitò il passaggio di Annibale durante la seconda guerra punica.

Il periodo imperiale è quello di massimo splendore, quando Cassino venne frequentata da ricchi romani, tra cui la famiglia Ummidia e, in particolare, la matrona Ummidia Quadratilla, che fece costruire, a proprie spese, l’anfiteatro e un tempio, divenuto poi la sua tomba. All’epoca la città era dotata anche di un teatro, del foro e delle terme, le attuali terme Varroniane, che devono il loro nome al fatto che Marco Terenzio Varrone fece edificare la sua villa proprio in quella zona.

Era una città attraversata da numerose e importanti strade e dedita soprattutto all’agricoltura e alla produzione dell’olio. L’acropoli della città era situata sulla collina di Montecassino, su cui sorgeva il tempio di Apollo.

Si racconta che S. Pietro Apostolo, mentre viaggiava per raggiungere Roma, si fermò a Cassino per predicare il Cristianesimo.

Col declino dell’impero romano, nel V secolo, la città subì le invasioni di Goti, Vandali, Eruli, Visigoti, divenendo un piccolo villaggio. Castrum Casini visse un periodo di abbandono e fu in questa situazione che la trovò Benedetto da Norcia che, salito su Montecassino, distrusse i simboli e i templi pagani e vi fondò un luogo di culto cristiano, intitolato a San Giovanni Battista. Qui sorse il primo monastero, nel 529 d. C. e qui venne scritta la Regula.

Nel 584 i Longobardi invasero il territorio e saccheggiarono l'Abbazia. I monaci fuggirono a Roma, dove rimasero per più di un secolo, per far ritorno a Montecassino soltanto nel 718. Nel 744, da una donazione del Duca longobardo Gisulfo II di Benevento, nacque la Terra Sancti benedicti: le terre abbaziali erano sottoposte solo all’autorità dell’Abate e del Papa, pur continuando a far parte, man mano che si succedevano i vari domini, del Ducato di Benevento, del Principato di Capua, del Regno di Sicilia, del Regno di Napoli, del Regno delle Due Sicilie.

Nell'VIII secolo Scauniperga, moglie di Gisulfo II, duca di Benevento, trasformò la tomba di Ummidia Quadratilla in una chiesa intitolata a San Pietro, da cui il villaggio circostante prese il nome di Castellum Sancti Petri.
Per difendersi dai musulmani e anche per motivi amministrativi, l’Abate Bertario fondò nuovamente la città ai piedi del Colle Janulo: nei pressi della chiesa del Salvatore fondò Eulogimenopoli, la “Città di San Benedetto". Alla fine dell'VIII secolo, ai piedi del colle Janula, su un terreno da cui affiorava acqua, venne eretta la Chiesa delle Cinque Torri. Poco distante c’era la chiesa dedicata al Salvatore alla quale, nell’874, l’imperatore Ludovico II donò una reliquia di San Germano, vescovo di Capua e amico di San Benedetto. Per questo la chiesa divenne la cattedrale di San Germano e anche la città cominciò ad essere identificata come San Germano.

L’anno 883 è segnato dalle incursioni dei Saraceni, che saccheggiarono il territorio e distrussero la città, la chiesa del Salvatore e l'Abbazia, uccidendo lo stesso Abate Bertario. I monaci furono costretti a fuggire. Quando finalmente i Saraceni vennero cacciati, la città e l’Abbazia risorsero.

Risalgono agli anni 960-963 i quattro celebri Placiti Cassinesi, i primi documenti ufficiali scritti in volgare italiano: si tratta di quattro testimonianze giurate riguardanti le proprietà terriere del monastero.
La città divenne il centro della Terra di San Benedetto e prese il nuovo nome di San Germano. A quest’epoca risale anche la costruzione della Rocca Janula, distrutta da un terremoto nel 1004 ma subito ricostruita.

Dall’XI al XIII secolo la città e l’Abazia vissero un periodo molto fiorente. In particolare, Montecassino raggiunse una grande prosperità sotto l’Abate Desiderio (1058-1087), che divenne Papa col nome di Vittore III. I monaci erano più di duecento ed era celebre la loro attività di amanuensi e i manoscritti miniati. Gli edifici dell’Abazia vennero ricostruiti e potenziati, grazie anche al lavoro di artisti amalfitani, longobardi e bizantini.

Il potere degli abati fu presto limitato dai Normanni che governavano il Mezzogiorno. Nel 1199 le truppe imperiali assediarono l'abbazia. Anche i principi Svevi tentarono più volte di limitare e il potere dell’Abazia.
Cassino fu al centro delle vicende tra la Chiesa e il re Federico II: le lotte si conclusero con la firma tra papa Gregorio IX e l'imperatore Federico II del cosiddetto “Trattato di S. Germano” nel 1230.

Nel 1266 una lunga battaglia tra angioini e svevi di Sicilia pose fine al dominio Svevo in Italia, lasciando il dominio agli Angioini.

L’Abbazia fu pesantemente danneggiata da un forte terremoto avvenuto nel 1349. L’anno successivo il monastero venne visitato da Boccaccio. Nel 1357 la ricca Gemma De Posis costruì un ospedale.
Nel 1527 la peste colpì pesantemente la città.

Nel 1734 re Carlo III di Borbone, che andava a occupare il Regno di Napoli, si fermò in città per circa un mese. Nel 1798 l’esercito napoletano venne sconfitto dalle truppe francesi del generale Championnet. Iniziò il breve periodo della Repubblica Napoletana e si costituì la municipalità di San Germano che cercò di abolire la feudalità dell'Abbazia di Montecassino. I francesi, prima di lasciare la città, depredarono l’Abbazia. Ci fu un periodo di pesanti tumulti e di anarchia, che portò alla fine del governo repubblicano. Ferdinando IV riprese il trono nel mese di luglio e ci furono scontri con le truppe francesi.

Nel 1806 i francesi, guidati da Giuseppe Bonaparte, conquistarono ancora il territorio, ma la loro, questa volta, fu un’occupazione più pacifica. San Germano entrò a far parte del distretto di Sora.

La città cercò più volte di ottenere il ruolo di capoluogo di distretto nella provincia terra di Lavoro. Nel 1815 la città fu teatro della cruenta battaglia di San Germano, nella quale le truppe austriache prevalsero su quelle napoletane.

Nel dicembre del 1816 il “Regno di Napoli" divenne “Regno delle Due Sicilie” che, nel 1860, fu occupato dalle truppe piemontesi. San Germano passò al regno d’Italia. Nel 1861 venne scelta come sede del Tribunale.

La città diede i natali al filosofo Antonio Labriola nel 1843.

Il consiglio comunale di San Germano stabilì il 23 maggio 1863 che la città tornasse all'antico nome italianizzato Cassino e nello stesso anno la città fu raggiunta dalla ferrovia.

Nel 1866 il nuovo Regno d'Italia assorbì i territori dei monasteri e crebbe il numero dei cosiddetti “briganti”, tanto che fu necessario un presidio dell’esercito in città.

Cassino visse un periodo particolarmente fiorente nella seconda metà dell’Ottocento, con numerose nuove costruzioni. In particolare nel 1875 venne inaugurato il celebre “Teatro Manzoni”, che verrà distrutto dalla guerra nel 1944.

La ricchezza di acqua e di sorgenti nel cassinate provocò anche gravi problemi sanitari, come l’epidemia di malaria del 1879. Nel 1865 come pure nel 1887 ci furono due gravi epidemie di colera. A causa anche di un alluvione, che nel 1893 provocò danni ingenti, si decise di costruire un acquedotto (terminato nel 1915) e si iniziarono anche i lavori di bonifica.

Il terremoto di Avezzano del 1915 si fece sentire anche a Cassino, con gravi lesioni in numerosi edifici. Venne elaborato un piano di sistemazione urbanistica e i lavori iniziarono nel 1927. In quello stesso anno, Cassino passò dalla Provincia Terra di Lavoro alla neonata Provincia di Frosinone.

Nel corso della Grande Guerra, a Cassino ci fu un campo di concentramento per prigionieri austriaci nel quale era recluso anche il filosofo Ludwig Wittgenstein.

Nel 1930 venne inaugurata la funivia che, in soli 7 minuti, univa la città all’Abbazia.

La seconda guerra mondiale colpì pesantemente la città di Cassino, situata nel mezzo della linea Gustava, sulla quale si fronteggiavano gli Alleati, che cercavano, da Sud, di raggiungere Roma, e i Tedeschi.

Il primo bombardamento di Cassino, da parte degli anglo americani, ci fu il 10 settembre 1943: la popolazione era totalmente impreparata e, anzi, credeva che la guerra fosse finita. Morirono 105 persone, la maggior parte civili.

Il 14 ottobre il colonnello austriaco Schlegel convinse l’Abate Gregorio Diamare a mettere al sicuro in Vaticano gran parte dei tesori dell’Abazia. La popolazione venne fatta sfollare. Tra gennaio e maggio del 1944 il territorio di Cassino fu devastato da quattro battaglie. Il 15 febbraio, nel corso della cosiddetta “seconda battaglia”, l’Abbazia di Montecassino (ritenuta erroneamente occupata dai tedeschi) venne distrutta da un violento bombardamento aereo. Si salvarono soltanto le mura esterne, la scala d'ingresso e parte della torretta.
Un mese più tardi, il 15 marzo, per quattro ore la città di Cassino venne bombardata da 575 bombardieri e 200 cacciabombardieri e furono sganciate 1 140 000 kg di bombe ad alto potenziale esplosivo. La città era completamente distrutta.

Quando le quattro fasi della battaglia di Cassino si conclusero, la popolazione, sfollata, cominciò pian piano a rientrare in città. Ci furono ancora moltissime vittime causate dalle bombe inesplose e da una nuova epidemia di malaria.

Ancora oggi Cassino porta i segni di quelle battaglia, in particolare nei tre cimiteri di guerra presenti sul territorio comunale: quello inglese, quello tedesco e quello del Commonwealth. Cassino meritò l'appellativo di “Città Martire" e il 15 febbraio 1949 fu decorata con medaglia d'oro al valor militare.

Gradualmente iniziò l’opera di ricostruzione della città e dell’Abbazia. Nel 1949 venne istituito l'E.RI.CAS. (Ente per la ricostruzione del Cassinate), grazie all'iniziativa dell'allora sindaco Gaetano Di Biasio. Venne creato il campo boario e avviato un programma di risanamento idrico e geologico grazie al Consorzio di Bonifica “Valle del Liri" (istituito nel 1950).

Nel 1964 iniziò la costruzione dell'insediamento dell'80° Battaglione Fanteria Roma per l’addestramento delle reclute e nello stesso anno Papa Paolo VI consacrò la ricostruita Abbazia.

Nel 1955 l’allora sindaco Piercarlo Restagno costituì la Banca Popolare del Cassinate, intuendo che una banca amministrata e diretta da persone del posto poteva essere un prezioso contributo per la ricostruzione e poteva davvero animare la ripresa delle prime iniziative artigianali, commerciali ed imprenditoriali.

Negli anni Cinquanta iniziarono a fiorire nuove attività industriali.

Nel 1962 venne realizzato il casello autostradale e dieci anni più tardi, nel 1972, venne aperto lo stabilimento Fiat che occupò 7000 dipendenti, a cui andavano ad aggiungersi quelli dell’indotto.

Nel 1979, da un istituto pareggiato di Magistero, si passò all'istituzione dell'Università degli Studi di Cassino.