BPC | Villa Latina

Filiale | SPOKE

La Banca Popolare del Cassinate ha iniziato ad operare a Villa Latina nel 1991. Inserita nell'Area di Sora, la filiale di Villa Latina conferma la presenza e l'impegno della BPC in Val di Comino, con una fitta rete filiali che offrono servizi qualificati su tutto il territorio.

Servizi

ATM Standard: esterno – h 24

Orari servizio di Cassa/Sportello:

Lunedì – Mercoledì – Venerdì

Mattina: dalle 08:20 alle 13:15

Orari servizio di Consulenza: Mercoledì

Mattina: Chiusa

Pomeriggio: dalle 14:40 alle 16:00

Nei giorni e negli orari di chiusura è possibile far riferimento a tutti i canali automatici BPC e le filiali più vicine:
Atina – Corso Munazio Planco, 39

CONTATTI | Filiale

Via Roma, 113/114

03040 VILLA LATINA (FR)

Telefono: 0776 688054

Mail: villalatinaage@bancapopolaredelcassinate.it

VILLA LATINA | La Storia della Città

Alcuni importanti resti archeologici testimoniano l'esistenza della città già in epoca romana. Fino al 1862 la città era chiamata Agnone. Il nome attuale è dovuto proprio alla presenza di un'antica villa termale, meta di villeggiatura per molti Romani.

Nell'alto Medioevo c'erano due importanti insediamenti monastici benedettini. Di uno di questi, la Trinità, ancora oggi ci sono tracce in un antico eremo e in una chiesa ricostruita nel Settecento.

Dopo l'anno Mille vennero costruiti due castelli, uno nell'attuale paese, l'altro sopra un colle, Rocca Malacucchiara che, insieme al centro abitato, dipendeva dai monaci cassinesi.

All'epoca di Federico II, divennero feudi dei signori di Aquino, poi dei Cantelmo e dei Signori del feudo di Sora e Alvito. Nel 1439 Riccio di Montechiaro distrusse la Rocca Malacucchiara.
L'arrivo dei Francesi, tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, spinse gli abitanti ad una ribellione.

Nel 1832 Agnone si rese autonomo dal vicino comune di Atina. Nel XIX secolo l'emigrazione era già molto consistente.

Durante la seconda guerra mondiale, Villa Latina fu occupata dai tedeschi e subì diversi bombardamenti, che costrinsero la popolazione a lasciare la città.
Nel 1927, per volontà del governo fascista, passò dalla provincia di Caserta a quella di Frosinone.
Tra le attività artigianali che ancora oggi caratterizzano l'economia locale, c'è la lavorazione delle zampogne.